I legali che si occupano di tax sono critici sulla nuova disciplina sui beni immateriali
Patent Box, si cambia. Lo strumento, nato nel 2015 (art. 1, commi da 37 a 45, della legge di stabilità 2015 n. 190/2014), che prevede un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali, è stato aggiornato: il nuovo patent box, introdotto dal dl n. 146/2021, consente ora all’impresa di beneficiare di una deduzione fiscale maggiorata del 110% per le spese sostenute per la ricerca e lo sviluppo di alcune specifiche tipologie di beni immateriali impiegati nelle attività d’impresa.
«In origine l’agevolazione consisteva nell’esclusione dal reddito complessivo del 50% dei redditi derivanti dalla concessione in uso o dall’utilizzo diretto dei beni immateriali agevolabili», spiega Francesco Giuliani, partner dello Studio Fantozzi e Associati.
«Per effetto dell’art. 6 del d.l. n. 146/2021 (decreto legge avente ad oggetto le « Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili») e dell’art. 1, commi 10-11, della legge n. 234/2021, l’originario regime di «Patent box», a decorrere dal periodo di imposta 2021, è stato abolito e sostituito con un incentivo «semplificato» (c.d. «Super deduzione dei costi di ricerca e sviluppo» o «nuovo Patent box»). Si è così passati da un sistema di detassazione parziale del reddito (50%) derivante dall’utilizzo di determinati beni immateriali, a una maggiorazione del 110% delle spese sostenute dall’«investitore» per le attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla creazione (soltanto) dei software protetti da copyright, brevetti industriali, nonché disegni e modelli giuridicamente tutelati. L’agevolazione, che si sostanzia, dunque, in una maggiore deducibilità dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione ai suddetti beni immateriali, deve essere esercitata in dichiarazione dei redditi, ha una durata di 5 periodi di imposta, è irrevocabile e rinnovabile. Le modifiche apportate all’agevolazione in commento rispondono a diverse esigenze, quali, per un verso, implementare i benefici per le imprese in termini di semplificazione del meccanismo di calcolo, di maggiore certezza e di celerità nella relativa fruizione, e, per altro verso, di ridurre il livello di complessità e di aleatorietà del beneficio derivanti da potenziali contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria. In ogni caso, nonostante le semplificazioni intervenute, sul piano economico, la nuova misura, incentivando gli investimenti in R&S con una maggiorazione dei costi, sulla falsariga del «superammortamento», avvantaggia soprattutto le imprese che spendono di più, quelle di più grandi dimensioni, a svantaggio delle pmi, che hanno meno disponibilità, ma che fanno del processo di innovazione proprio il tratto distintivo dell’attività aziendale spesso mantenendo segreti gli output della propria R&S in ragione degli elevati costi».
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