Ricerca e Innovazione sono due pilastri fondamentali per investire nel futuro e competere a livello nazionale e internazionale. Fare innovazione ed implementare l’attività di R&S, con l’ausilio dei relativi incentivi fiscali, significa creare un “valore aggiunto”, che permette di accrescere le competenze all’interno dell’azienda e di incrementare il business all’esterno, verso il mercato. Per approfondire queste tematiche, lo Studio Legale – Tributario Fantozzi & Associati, in partnership con il prof. avv. Francesco Casale, ha organizzato nel nuovo desk di Macerata, l’evento “Ricerca e Innovazione – Incentivi Fiscali e penality protection per le imprese”, che avrà luogo l’11 Novembre pv, ore 15, presso il MATT Innovation Playground.
I relatori saranno l’avv. Edoardo Belli Contarini, il prof. avv. Roberto Esposito, il dott. Raffaello Fossati dello Studio Fantozzi & Associati e il prof. avv. Francesco Casale. Parteciperanno con indirizzi di saluto anche l’avv. Guido Castelli (Assessore al bilancio, personale e ricostruzione della Regione Marche), il dott. Federico Maccari (vice presidente – Confindustria Macerata), il dott. Massimo Cupillari (Wealth Advisor – Banca Mediolanum), il dott. Gregorio Di Leo (Founding Partner – Wyde – The Connective School)
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La detassazione del reddito di impresa derivante dai c.d. IP è stata inserita dalla legge n. 190/2014, con il pacchetto “Industria 4.0”, e poi rafforzata e semplificata, soprattutto per le Pmi innovative, da ultimo con il c.d. “decreto crescita” n. 34/2019 che contiene il meccanismo di autoliquidazione, ovvero la facoltà per l’impresa di determinare in modo autonomo il beneficio, senza la necessità di presentare alcun ruling all’Agenzia delle entrate.
Sorge dunque spontanea la domanda sulla convenienza di abolire tale incentivo fiscale, sostituendolo – più di recente – per effetto dell’art. 6 del d.l. n. 146/2021, con un “nuovo” patent box.
Scopo dichiarato della norma è quella di semplificare lo strumento, ma questo vantaggio risulta solo apparente. L’altro obiettivo sarebbe quello di contenere i costi per la finanza pubblica, scaturenti dalla perdurante applicazione del precedente PB. Anche quest’ultimo assunto è tutto da verificare.
Adesso, in sede di legge di bilancio, si vorrebbe intervenire sul “neo-convertito” d.l. n. 146/2021, proprio a seguito delle proteste di imprese e professionisti contro il “nuovo” patent box, correndo ai ripari: viene concepito un terzo modello di PB allo scopo di “compensare” gli effetti negativi recati dall’abolizione del primo e dalle sue conseguenze.